UNIVERSAL LAWS
La buona accoglienza riservata a ‘The Observer‘ mi ha spinto alla fine del 2011 a iniziare a lavorare ad un secondo album. Sebbene anche in questo caso l’influenza degli anni ’80 sia evidente, in quanto fa parte in modo indelebile del mio background musicale, ho cercato di spaziare oltre la sfera del synth/electro pop, e di orientarmi verso suoni non più solo analogici. Anche l’uso della chitarra, per quanto sempre attivata da comandi MIDI della tastiera, è molto più evidente.
A livello di testi invece è presente una certa continuità con ‘The Observer’, con temi che tendono spesso verso la spiritualità e la crescita personale.
Il risultato finale è un album forse meno coeso rispetto al precedente, ma che dal mio punto di vista mostra comunque una crescita a livello compositivo.
UNIVERSAL LAWS è uscito nel 2013 per l’etichetta russa ScentAir Records, e lo si trova su tutte le maggiori piattaforme di musica in streaming.
Su YouTube è disponibile il video del brano ‘End of the Line‘, oltre al suo ‘Making of‘.
Per avere il cd (che include un booklet di 10 pagine con testi e foto) per soli 5 euro + spedizione, basta inviarmi un messaggio attraverso la pagina ‘Contatti’.
UNIVERSAL LAWS
Questo pezzo è un eccezione rispetto al mio solito modo di creare musica, nel senso che anziché essere nato come un tutt’uno, come avviene di solito, è stato assemblato da tre idee differenti che mi frullavano in testa da settimane finché un bel giorno, all’improvviso, mi sono reso conto che con qualche lieve aggiustamento potevano stare bene insieme.
Il testo l’ho scritto circa un mese più tardi, cercando di assecondare il mood piuttosto aggressivo del brano.
Per il video mi sono rivolto al mio buon amico Frank Stienen, che oltre ad essere il front man della band EgoAmp si diletta nella creazione in progetti video. Pertanto, un giorno di luglio del 2013 sono volato a Dortmund, ho affittato un teatro a Bochum, coinvolto alcuni suoi amici attori e trascorso una giornata molto divertente e istruttiva per girare le scene che sono poi state montate per fare il video.
Anche per questo brano ho seguito una procedura diversa dal solito. In questo caso tutto è iniziato mentre stavo ascoltando e mettendo insieme per curiosità alcuni loop del software della Apple Logic Pro.
Quando mi sono reso conto che il risultato era di mio gradimento, ho pensato valesse la pena tentare di trasformare quelle sequenze in una canzone, con il risultato finale che potete ascoltare.
Per la parte vocale del ritornello, ho cercato di ricalcare lo stile di Seal nella sua ‘Crazy‘.
Questo brano è nato dal ritornello, che in origine doveva far parte di un pezzo ambient strumentale che avevo concepito mentre camminavo sulla spiaggia del Lido di Volano. Tuttora è il mio brano preferito di ‘Universal Laws’, perché è quello che metto sempre quando voglio ascoltare qualcosa dall’album ma ho poco tempo a disposizione.
L’amico Roman Radchenko deve pensarla come me, visto che tra tutti ha scelto proprio questo pezzo per farne il remix che chiude l’album.
Penso tuttora che questo brano abbia un grande potenziale, e che per qualche motivo io non sia riuscito a farlo rendere al massimo a livello di produzione.
Sono invece molto soddisfatto di come sono riuscito a legare il suo inizio con il finale di quello che lo precede, che include alcuni suoni e giri melodici poi ripresi qui.
Alla fine del 2012 il mio amore per l’Asia centro-orientale e certe sue ambientazioni musicali aveva già raggiunto un livello notevole, sebbene all’epoca non avessi ancora visitato nessuno dei suoi Paesi, e un nuovo album poteva essere la scusa perfetta per cimentarmi in un brano che le richiamasse.
Inoltre, avevo acquistato da poco un software in grado di riprodurre vocalizzi sia maschili che femminili e ‘The Call’, con la sua atmosfera piuttosto eterea, era il brano giusto per metterlo alla prova.
Infine, forse questo è il pezzo in cui più di altri sono riuscito a raggiungere un risultato ottimale per quanto riguarda la fusione fra testo e musica. L’atmosfera del brano mi ha fatto pensare sin da subito a un vecchio saggio in contemplazione sulle sponde di un placido fiume che attraversa un’antica città, e questo è ciò che ho cercato di ricreare con il testo: “I was standing on my own, by the riverside of the town made of stone”.
Nel 2005 avevo iniziato a trovare in rete vari articoli che sostenevano come la musica registrata a 432 HZ producesse effetti benefici sia a livello mentale che fisico. Incuriosito da questa teoria, mi ero ripromesso di comporre qualcosa qualora si fosse presentata l’occasione.
Pertanto, quando ho scoperto che il software Reason della Propellerhead permetteva di accordare i suoi strumenti virtuali a quella frequenza, ho deciso di approfittare dell’occasione per comporre un brano semi-strumentale in cui le uniche parole sarebbero state “Join the Omega revolution”, dal titolo di uno degli articoli che avevo letto sull’argomento.
Poiché non volevo perdere tempo aspettando un’ispirazione, ho ripreso il giro melodico del primo brano in assoluto che avevo registrato con la mia workstation Ensoniq SQ1 nel 1994, e da lì ho aggiunto altri suoni, sino ad arrivare al risultato finale che potete ascoltare nell’album.
Tipico brano synth pop, che secondo me nelle mani giuste (inteso come nome famoso e produzione più professionale) avrebbe anche le caratteristiche per diventare un hit radiofonico.
Stranamente non ricordo nulla delle sessioni di registrazione, ma ricordo molto chiaramente che l’idea mi era venuta tornando a casa da un concerto degli A-Ha a Monaco di Baviera, idea poi rimasta chiusa in un cassetto per una decina d’anni.
Ci sono molte affinità tra ‘The Universal Laws’ e ‘The Observer’, dell’album precedente.
I due brani infatti chiudono i rispettivi album a cui danno il nome, a livello di testo sono il sunto di un percorso di studio e sperimentazione, mentre a livello musicale presentano variazioni di tempo e di atmosfera.
Si può essere o non essere d’accordo sull’esistenza delle leggi universali descritte nella canzone, ma è innegabile che un atteggiamento focalizzato verso l’amore e la bellezza non può che portare benefici a ogni vita. In altre parole, non ho mai conosciuto un cinico che, a parte ritenersi più sveglio e intelligente degli altri, fosse anche felice.
L’amico Frank Stienen, oltre a dirigere il video di ‘End of the line‘, ne ha anche curato un remix con il suo progetto EgoAmp.
Questo è costantemente il brano più ascoltato dell’album, secondo le statistiche mensili che ricevo da Spotify, a testimonianza dell’ottimo lavoro svolto da Frank.
Roman Radchenko è un talentuoso musicista russo, che pubblica i suoi pezzi con il nome Dark Phenomenon. Quando Vladimir Romanov, prorietario della ScentAir Records con cui ho pubblicato l’album mi ha proposto di contattarlo per un possibile remix di un brano, ho subito accettato con entusiasmo.
‘Time and Time Again’ non è un brano facilissimo su cui lavorare, ma mi sembra che Roman se la sia cavata molto bene.
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