THE ELECTRONIC CORNER

Nano Infect

Pandemia, Chiesa, Suicide Commando e Fans

Sakis (Nano Infect) dice:

Non avevo alcuna esperienza nella composizione di musica elettronica

All’interno di una chiesa in Ucraina una donna ha cominciato a urlarmi contro

Ai festival musicali, tutti i soldi vanno ai grandi nomi

Su Spotify ho 43.000 ascolti, e mi chiedo dove siano tutte queste persone

The Electronic Corner si occupa ancora una volta di ‘industrial’, con questa intervista a Sakis, alias Nano Infect.
Sakis non è un uomo coi peli sulla lingua, quindi scopriamo subito cosa ha da raccontarci.

Sir Joe: Nano Infect è un nome inquietante, almeno per me. Come ti è venuto in mente?

Nano Infect: Inizierò col dirti che quando la band è nata, in teoria dovevo solo cantare, dato che non avevo alcuna esperienza nella composizione di musica elettronica. L’altro tizio, Dennis, faceva parte di vari progetti.
Ricordo che il primo nome che aveva proposto era Sadomasochist. Io gli avevo risposto: “Non esiste, non funzionerebbe mai”. Così avevo suggerito due nomi. Uno era Excription, che penso sia ancora un bel nome per una band e che potrei usare per un ‘side project’ in futuro.
Il secondo era Nanotechnological Infection, ispirato al mio interesse per i film a tema cyborg.
A Dennis quest’ultimo era piaciuto, ma pensava che dovesse essere più corto. Così ho propost Nano Infect.
Riesci a immaginare una band che si chiama Nanotechnological Infection? È troppo lungo per la copertina di un CD.
Ho pensato per anni di cambiarlo in Excryption, ma ho deciso di riservare quel nome per un nuovo progetto.
 
SJ: A proposito di infezione: tutti gli artisti che ho intervistato per The Electronic Corner e con i quali ho parlato dei tempi della pandemia, mi hanno detto sostanzialmente la stessa cosa.
In generale, per la loro vita personale è stato ovviamente terribile, ma in termini di creatività è stato forse il loro periodo migliore in assoluto.
Questo perché l’avere molto tempo libero da trascorrere in casa sommato alla paura e alla rabbia dovute all’incertezza per il futuro ha provocato un’esplosione di creatività musicale.
Mi chiedevo se sia stato lo stesso per te.
 

Nano Infect: Chi mi conosce personalmente sa che sono un po’ un eremita, al limite della misantropia.
Per questo, quando la fotocopisteria in cui lavoravo ci ha informato della sua chiusura, ho pensato: “Bene, niente persone con cui avere a che fare”.
E, in effetti, sono diventato molto creativo. Ho iniziato a ricreare musica, vecchie canzoni, e a comporre nuovo materiale.
Durante la pandemia ho anche creato e pubblicato due album di synth dungeons.
Il mio ritmo del sonno è stato stravolto e ho dovuto creare musica di notte, ma questo è ciò che funziona meglio per me.

SJ: Nei tuoi testi è evidente che la Chiesa non è tra i tuoi amici, per usare un eufemismo.
‘Sex Abuse’ parla dei casi di abusi sessuali da parte della Chiesa, poi ci sono titoli come ‘Jesus is Dead’, ‘I am the Devil’ e così via.
Hai mai avuto problemi, in Grecia o all’estero, a causa del tuo atteggiamento nei confronti della Chiesa?

Nano Infect: In realtà, ho una storia divertente da raccontarti. Io sono contro la Chiesa, non sono contro il cristianesimo come insegnamento. È solo che non fa per me, capisci?
Tuttavia, quando si discute degli scandali della Chiesa e dei finanziamenti, è tutta un’altra storia. Non ha nulla a che fare con gli insegnamenti della Bibbia.
Ad ogni modo, stavo facendo un tour in Ucraina e avevo in mente una chiesa specifica a Leopoli. Perché? Perché ospita le spoglie del santo greco Athanasios, che tra l’altro è il mio vero nome. Sakis è solo una derivazione di Athanasios.
Mi piace anche l’atmosfera che si respira in una chiesa, quindi ho pensato: perché no? Non indossavo croci rovesciate, avevo coperto i miei tatuaggi e mi ero vestito solo di nero, per rispetto.
Tuttavia, all’interno della chiesa una donna è andata in escandescenze, urlando ai miei amici in ucraino. Non riuscivo a capire una parola di quello che diceva.
All’improvviso, una folla si è radunata intorno a noi. Ho chiesto: “Ehi, che succede?”. Lei ha iniziato a urlare che non dovevo essere lì. Il mio amico Andrew le ha detto: “Perché no? È greco e vuole visitare la chiesa”, e lei ha risposto: “No, non è greco”.
All’improvviso ho iniziato a parlare in inglese e ho detto: “Ma che cavolo?”. Tutti gli altri hanno risposto: “Indossa una maglietta”. Io ho scrollato le spalle e ho detto: “Ma andate a farvi …”.
Andrew mi ha afferrato e siamo scappati, perché la gente aveva iniziato a correrci dietro.
Questo è l’unico incidente assurdo che mi sia mai capitato, probabilmente perché tutti sanno che sono un fanatico anti-Chiesa.

SJ: Hai realizzato una cover di Hellraiser, di Suicide Commando. Come hai avuto questa opportunità e come ti ha fatto crescere come artista?

 

Nano Infect: Penso che la versione a cui ti riferisci sia il mio terzo tentativo. Avevo già fatto almeno una versione di Hellraiser, quella che di solito suono come brano finale prima di lasciare il palco.
Ma sentivo che c’era qualcosa che non andava, e quindi ho voluto rifarla. Ricordo che Johan mi ha mandato un messaggio dicendo che gli piaceva molto.
A dire il vero, quello era stato il terzo brano industrial che avevo ascoltato in vita mia.
Ricordo che all’epoca una mia amica voleva portarmi in un club chiamato “Underworld”. Io le avevo detto: “Certo, andiamo. Ma cos’è l’industrial? Non ho idea di cosa tu stia parlando”.
Allora mi aveva fatto ascoltare Clink, dal primo album di Psyclon Nine, e avevo pensato: “Perché non ho mai ascoltato questo stile prima? Mi piace molto”.
Così andammo al club e ricordo chiaramente che il DJ iniziò a suonare Hellraiser. Mi piacque molto e divenni immediatamente un fan dei Suicide Commando. Ho comprato tutti i loro CD, vinili e magliette. Sono una specie di groupie, capisci?
Ecco perché ho deciso di rifare Hellraiser. Ho anche fatto una cover di “See You in Hell” e di altre canzoni. Adoro fare cover di Suicide Commando.
Un giorno, chiacchierando con Johan, ho suggerito: “Perché non fai uscire un CD tributo? Ci sono così tante band che hanno fatto cover dei tuoi pezzi”. Lui ha subito mandato un messaggio alla sua etichetta di distribuzione, la Out of Line, e hanno raggiunto un accordo.
Dopo aver pubblicato l’album ‘Forest of the Impale’, mi ha detto: “Va bene, lo faremo e voglio il tuo brano. Se puoi aiutarmi a trovare altri gruppi che hanno coverizzato le mie canzoni…”. Ho risposto: “Sì, certo”.
È ancora la mia canzone numero uno su Spotify, anche se non è originariamente mia. Quando la gente ascolta Suicide Commando su Spotify, si imbatte anche nel mio brano, quindi funziona.
La maggior parte delle persone mi conosce grazie a Hellraiser, il che non è l’ideale, ma è una buona pubblicità.

SJ: Se avessi la possibilità di comporre una colonna sonora per un film o una serie esistente, quale sarebbe e perché?

Nano Infect: Sicuramente sceglierei ‘Silent Hill’, o forse ci riproverei con ‘Nightmare on Elm Street’.
In passato, infatti, la mia canzone ‘Fall Asleep’ era stata candidata per la colonna sonora del film quando avevano il remake, ma purtroppo non venne scelta.
Quindi, o Elm Street o Silent Hill… o Hellraiser, visto che la canzone c’è gia.
 

SJ: Quali strumenti utilizzi maggiormente in studio?

Nano Infect: Quando si tratta di Nano Infect, di solito mi affido a una tastiera midi. Ne ho circa 4 o 5, ma uno dei miei studenti, a cui insegno ingegneria del suono, mi ha fatto un regalo – un’Arturia KeyLab 49.
Sono certo che inizierò a usarla presto. La cosa più bella è che funziona come un controller e ha uno schermo da cui posso accedere direttamente ai miei plugin e modificarli. Posso apportare modifiche, gestire le automazioni e così via.
Per le voci, sia nelle registrazioni che nelle esibizioni dal vivo, uso il Digitech VX 400.
Mi ci è voluto un po’ di tempo per farlo funzionare correttamente, perché uso vari effetti come pitch shifter, riverbero, delay, distorsione, compressori, EQ e altro ancora.
Nei primi 4 o 5 spettacoli non suonava bene, ma ho continuato a modificare i parametri e ora funziona perfettamente. Adoro il mio VX 400 e lo uso anche per registrare.
Di tanto in tanto, sperimento tecniche diverse, come usare il pedale di distorsione Metal Zone per le voci, che ha un suono sorprendente.
Ho anche un controller per le porte e, cosa interessante, uso un mixer Behringer a quattro tracce. Nonostante la gente a volte prenda in giro il marchio, fa il suo lavoro e non mi interessa se agli altri piace o meno.
Mi piace inviare il segnale dall’interfaccia audio (un SSL) al mixer Behringer e poi registrarlo di nuovo con un po’ di equalizzazione e di dettagli per dare un’impronta più organica, specialmente perché uso soprattutto plugin VST.
Di recente ho comprato una nuova console, la Tascam Model 24, e la adoro, anche se non ho avuto modo di usarla quanto avrei voluto.
In questi giorni ho adottato la filosofia “meno è meglio” e ho eliminato la maggior parte dei miei strumenti VST. Ora uso principalmente Serum, soprattutto i preset di un marchio chiamato Tone Pusher, il cui creatore è un mio amico personale.
È il fondatore di Natural Noise, quindi ogni suo preset è perfetto. Ovviamente, aggiusto alcuni parametri per adattarli al mio suono.
Per quanto riguarda i suoni di batteria, uso principalmente quattro kick, un paio di rullanti che ho creato fondendone altri e i campioni di Jan di Xfusion. Il suo sito web offre dei campioni interessanti che si possono acquistare e su cui si può lavorare. Di tanto in tanto, per un paio di suoni che voglio ancora incorporare, uso roba più vecchia, come Vanguard. Tuttavia, i miei piani futuri prevedono l’acquisto di un Korg Monologue e di un Axis Virus per ampliare la gamma di suoni.

SJ: Il tuo progetto utilizza una formula molto popolare nella musica elettronica: solista in studio, con una band quando suoni dal vivo.
I vantaggi sono ovvi: pieno controllo creativo in studio e condivisione dei compiti di intrattenimento sul palco, perciò vorrei chiederti quali sono le difficoltà o le sfide, se ce ne sono, di un simile assetto.

Nano Infect: Quando si lavora con una band, si può avere un’idea principale e avere qualcuno che ci lavora sopra, la migliora o suggerisce qualcosa di molto meglio.
La maggior parte delle volte, però, io non sono molto democratico quando si tratta di idee di altre persone. Perciò dico: “Sì, come vuoi”, ma intanto continuo a seguire le mie idee e quindi perdo l’opportunità di ricevere suggerimenti dagli altri.
Lo svantaggio negli spettacoli dal vivo è che ogni tanto devi trovare un altro musicista, perché uno potrebbe essere occupato.
Mi è anche capitato che qualcuno avesse detto di aver provato il mio materiale, per cui siamo andati direttamente alla location e lì mi ha detto: “Cosa dovrei fare?” “Beh, hai detto che hai provato, quindi è compito tuo sapere cosa fare”. Alla fine abbiamo fatto tutto in playback, quindi una roba più simile a un karaoke che a un live.
Inoltre, quando hai più persone con cui lavorare, è più costoso andare all’estero, con i biglietti e tutto il resto, perché, diciamoci la verità: ogni festival vuole band come And One, DAF, Suicide Commando, Combichrist, Agonoize.
Quindi, danno tutti i soldi a loro, il che da un lato ha senso perché sono di “livello A”, ma dall’altro crea un problema perché non prestano molta attenzione alle nuove band.
Quindi, se vuoi suonare, diciamo, nel Regno Unito o in Spagna o in Francia o in Germania o in qualsiasi altro posto, devi pagarti i biglietti, le prove, l’alloggio e magari il locale ti dà 100 dollari.
Perché dovrei accettare 100 dollari quando ne devo pagare 1.000? Non ha senso. Almeno dovrebbero coprirmi le spese, è l’unica cosa che chiedo. Non pagatemi per lo spettacolo, va bene, ma almeno copritemi le spese.
Questo è lo svantaggio principale di quando hai due o più persone con te sul palco.

SJ: Quello che hai detto su ciò che accade nelle attività dal vivo è molto interessante, perché si collega perfettamente alla domanda successiva, che è la seguente.
Recentemente, un evento di musica elettronica è stato cancellato in Germania per mancanza di interesse. I gruppi non erano famosissimi, ma nemmeno del tutto sconosciuti.
Lo stesso è accaduto in Italia qualche mese prima, ma potrebbe accadere anche in Grecia o in qualsiasi altra parte del mondo.
Il costo non era assolutamente il problema, dato che il biglietto era di soli 10 euro. Quando si esce con gli amici il sabato sera, non è raro spenderne 20 o 30.
Il vero problema è che la gente non comprende appieno l’importanza di sostenere la scena musicale locale.
Cosa pensi si possa fare per fargli capire che sostenere una band non significa solo mettere un like e commentare i loro post sui social media, ma significa partecipare agli eventi dal vivo, acquistare musica digitale o fisica, le magliette e così via?

Nano Infect: Non saprei, e tra l’altro posso solo parlarti della scena musicale in Grecia. Ricordo che c’era stato uno festival molto carino, con Detroit Diesel, Preemptive Strike, Nano Infect, Psygnosis, ed erano arrivate circa 30 persone per tutti questi gruppi.
Ma poi, il sabato sera, quando il locale diventa un club che suona musica industrial, era super affollato perché penso che, almeno per la scena greca, tutto ciò che interessa alla gente è… è come quando vivi in una piccola città, dove alla gente interessa solo spettegolare e dire: “Oh, guarda cosa indosso stasera”, e “Oh, non mi piace quel ragazzo che ha fatto a botte”.
Non sono appassionati di musica. Io compro CD, vinili, cassette, magliette, tutto, perché so cosa significa sostenere una band, essendo io stesso un musicista.
Ma, per esempio, ho trovato un tizio che mi ha detto: “Ehi, sono un tuo grande fan, ho scaricato tutto da un torrent”. Come può essere un fan se ha scaricato tutto illegalmente? Insomma, per me non ha senso.
Quando si tratta di grandi festival come il Wave Gotik Treffen, vedere grandi band come gli Agonoize è inizialmente eccitante, ma dopo qualche anno diventa ripetitivo.
Allora hanno bisogno di introdurre nuove band, ma con nomi già affermati. Non ci si può aspettare che una band nata ieri si esibisca in questi festival.
Poi ci sono i giovani fan, ma cosa fanno? Vanno su YouTube e Spotify e basta.
Sulla mia pagina Facebook di Nano Infect ho circa 3.000 follower, ma su Spotify ho 43.000 ascolti. Mi chiedo: “Dove sono tutte queste persone?”.
Perciò, non credo che si possa fare qualcosa.

SJ: Quindi, se ho capito bene, stai suggerendo che al giorno d’oggi la gente preferisce andare in discoteca perché così può socializzare e mettersi in mostra, mentre ai concerti l’attenzione principale dovrebbe essere rivolta a guardare e ascoltare lo spettacolo sul palco.
A meno che non si tratti di artisti famosi, per molti il gossip o l’ostentazione sembrano più interessanti che guardare qualcuno esibirsi sul palco. È questo che intendi?

Nano Infect: Sì, esattamente. E non cercano nemmeno nuovi gruppi, capisci? Conoscono Grendel, Eisenfunk, XRX e basta.

(Ora ti invito a guardare il seguente video, a partire da 26:08, dove possiamo assistere alla nascita di un nuovo brano direttamente da Logic, seguito da una dettagliata descrizione della strumentazione in studio).

Ringraziamo Sakis, ovvero Nano Infect, per questa approfondita conversazione sulla musica in generale.
Se sei d’accordo o in disaccordo con quanto ha detto sull’atteggiamento dei fan di oggi, puoi facercelo sapere scrivendo un commento qui sotto.

Ricordati di dare un’occhiata al suo sito internet ufficiale.

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