THE ELECTRONIC CORNER

AshRamus

La Norvegia, il Mondo Subacqueo, la Musica Ambient

AshRamus dice:

Tutti i miei video musicali sono filmati dalle mie finestre di casa

Non faccio tagli, non faccio missaggi

Sono stato cacciato dall’orchestra un paio di volte

Tutte le mie canzoni sono composte da due o al massimo tre tracce

In questa intervista per “The Electronic Corner” ci immergiamo nell’affascinante mondo della musica ambient con il nostro ospite della puntata, AshRamus.

Sir Joe: Il tuo nome d’arte suona molto esoterico e si adatta perfettamente al tipo di musica che proponi. Pensavo fosse inventato, ma in realtà deriva da Ash Ramus, che in lituano significa “sono calmo”.
Oltre al nome, hai portato qualcos’altro dal tuo Paese d’origine nella tua musica?

AshRamus: È molto difficile rispondere.
Ho frequentato la scuola di musica dall’età di 7 anni, suonavo il clarinetto, la tromba, un po’ di pianoforte e l’armonium.
Ho suonato per molti anni in un’orchestra, facendo concerti e partecipando a molti cortei funebri.
Un tempo era una pratica comune, con l’orchestra che stava davanti e suonava per l’ultimo viaggio di una persona. Oggi, però, nessuno lo fa più.
Questi sono i ricordi musicali che ho della Lituania.
 
SJ: E la Norvegia, visto che ora vivi in quel Paese?
Geir Jensen, il mio artista ambient preferito che registra soprattutto con il nome di “Biophere”, ha dichiarato in un’intervista che il fatto di essere cresciuto a Tromsø ha avuto un impatto sulle sue idee compositive.
Vale lo stesso con te?
 

AshRamus: Assolutamente sì! Io ho una casa a due piani, e un po’ di tempo fa avevo spostato lo studio al piano terra. Tuttavia, da lì si vedono solo alberi, mentre dalle finestre del piano di sopra si vedono le montagne, con la neve sopra e intorno.
Se guardi i miei video musicali, sono tutti girati dalle mie finestre, quindi non ho bisogno di andare da qualche parte per trovare un’ispirazione visiva.
Lo stesso vale per la musica. A causa della mancanza di ispirazione al piano terra, ho riportato lo studio al secondo piano.
La natura, infatti, gioca un ruolo molto importante nella mia musica. Quando vedo le nuvole sulle montagne, per esempio, mi ispiro e inizio a suonare. È così che nasce la mia musica.
Non faccio tagli, non faccio missaggi, suono tre, cinque, a volte dieci ore, poi tengo solo le piccole parti che mi piacciono di più.

SJ: In effetti ho una domanda proprio su questo argomento, ma prima vorrei chiederti un’altra cosa, ossia: La tua vita sembra svolgersi in cicli di 10 anni.
Hai studiato e suonato musica per 10 anni, come ci hai già raccontato, poi sei stato nel settore militare per 10 anni, poi nel settore delle costruzioni, poi sei stato un subacqueo, sempre per 10 anni e ora sei di nuovo un musicista.
Non so per quanto riguarda il settore militare e quello edile, ma secondo me le immersioni e la musica ambient sono un’ottima accoppiata, quindi mi chiedevo se la tua attività di subacqueo abbia avuto un’influenza sul tipo di musica che proponi.

AshRamus: Innanzitutto, voglio dirti che ho viaggiato molto in India, sull’Himalaya, trascorrendo fino a sei mesi da solo, semplicemente camminando tra le varie montagne.
Quando si fa una cosa del genere, si entra in uno stato di unione con la natura, una sorta di stato meditativo.
Con le immersioni è la stessa cosa. Per essere un buon subacqueo è necessario fare molta pratica ed esercizio, ma per meditare con le immersioni basta immergersi, diventare tutt’uno con l’acqua ed ecco che si è già in meditazione.
Sott’acqua si è in un altro mondo, in un altro spazio e non c’è bisogno di esercitarsi molto per raggiungere lo stato meditativo, basta immergersi.
 
SJ: È proprio vero!
Senti, una canzone ambient, per sua natura, si basa più sulla creazione di un flusso che su parametri fissi come strofa, ritornello, strofa, ritornello e così via.
Per me sarebbe difficile decidere quando una canzone è finita, per il rischio di lasciarla andare all’infinito.
Tu come affronti questo potenziale problema? Te lo chiedo anche perché alcuni dei tuoi brani durano più di 10 minuti…
 

AshRamus: Come ho detto prima, quando suono lo faccio per molte ore e a volte mi sembra che quello che ho salvato sia troppo corto, quindi conservo un po’ più di materiale.
Ogni persona poi ha una percezione diversa della musica, quindi per alcuni un brano può sembrare troppo corto e per altri troppo lungo.
È come quando si gioca a un gioco per computer che ci piace molto: in quel caso il tempo scorre veloce, poi ci si siede nella stanza da soli senza computer o altro, e il tempo scorre lento.
Lo stesso accade con la musica.

SJ: Giusto. Prossima domanda: Il sound design è molto importante nella musica ambient perché è essenziale per creare un’atmosfera, ancor più che in altri generi musicali.
Hai qualche tecnica o strumento preferito quando si tratta di sound design per le tue canzoni?

AshRamus: Per fare musica uso soprattutto un sequencer e un controllore midi.
Quindi, ad esempio, posso suonare delle semplici note lì sopra, per poi mandare il segnale al mio sintetizzatore polifonico analogico.
Ho anche un altro sintetizzatore, un vecchio Korg che ha molti effetti, batteria e alcuni suoni orchestrali.
Quindi, creo una semplice melodia in un piccolo sintetizzatore, la riproduco in loop e suono con il mio sintetizzatore polifonico, senza sosta.
 

SJ: Capisco, ma usi suoni preimpostati o crei i tuoi suoni partendo da un preimpostato, per esempio, o parti quasi sempre da zero?

AshRamus: Di solito parto da un preset del mio sintetizzatore analogico, e poi ne modifico gli oscillatori, uso i filtri e così via.
Partendo da un preset si risparmia molto tempo, perché non ci si deve preoccupare di cose come l’aftertouch, ad esempio, che di solito fa parte del preset stesso.

 

SJ: Quale dei tuoi strumenti preferisci e perché?

AshRamus: Credo sia il Deepmind 12, il sintetizzatore polifonico a 12 voci. È lo strumento con cui ho iniziato, prima di comprare tutti gli altri.
Le canzoni “Pure Thoughts” e “Waves”, per esempio, sono state create con questo strumento… uno strumento e due mani! (ride)

SJ: Quindi, se dovessi trasferirti su un’isola deserta, questo è lo strumento che porteresti con te.

AshRamus: Sì, mi basterebbe portare quello e sarei pronto per suonare. Tutta l’altra roba in realtà non mi serve.
 

SJ: Suoni dal vivo o hai intenzione di farlo?

AshRamus: Sarebbe molto difficile per me suonare dal vivo, perché ogni volta che inizio a suonare nel mio studio viene fuori qualcosa di nuovo e sarebbe molto difficile ripeterlo su un palco.
Devi anche sapere che, quando suonavo nell’orchestra, per me era troppo noioso suonare sempre la parte assegnatami con la cornetta o la tromba, quindi a volte improvvisavo per rendere la musica più bella.
Per questo sono stato cacciato dall’orchestra un paio di volte: non ti è permesso improvvisare, devi seguire le note.

SJ: In base a quanto ci hai detto finora, si può dire che le tue registrazioni in studio siano comunque sessioni dal vivo, non è vero?

AshRamus: Assolutamente sì!
Tutte le mie canzoni sono composte da due o al massimo tre tracce, non di più, e non faccio alcun missaggio dopo la registrazione, quindi quello che senti nelle mie produzioni è il risultato di una performance totalmente dal vivo.

(Ora ti invito a guardare il seguente video, a partire da 15:14, dove scopriamo come viene creata una canzone di AshRamus).

Ringraziamo AshRamus per averci svelato come nasce la sua musica meditativa.

Non scordarti di dare un’occhiata alla  pagina SoundCloud di AshRamus

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