THE ELECTRONIC CORNER

Moogulator

Viaggio nel mondo della tecnologia musicale

Moogulator dice:

Avevo bisogno di un nome per un forum in cui scrivevo

Nel mio set per i live ho molti apparecchi Roland e Korg

Al giorno d’oggi, non credo sia una buona idea pubblicare materiale da studio

I nuovi prodotti hanno molta memoria e funzioni, ma il feeling del jamming è andato perduto

Moogulator è un artista tedesco impegnato in molte attività legate alla tecnologia musicale.
Di cosa stiamo parlando, esattamente? Scopriamolo in questa intervista per “The Electronic Corner”.

Sir Joe: Il nome Moogulator, mi fa pensare che tu abbia un debole per i prodotti Moog. È così?

Moogulator: In realtà, nasce da una situazione divertente.
Avevo bisogno di un nome per un forum in cui scrivevo. Trattava di apparecchi musicali e mi serviva un nome insolito.
Poiché ero interessato all’Emulator Two e all’Emulator Four, che stavo usando in quel periodo, ho deciso di abbinare la parola Moog a quei nomi.
 

SJ: Quindi, non è che Moog abbia un significato speciale per te, rispetto ad altri marchi.

Moogulator: No, non è un modo di pubblicizzare i prodotti della Moog attraverso il mio nome, è stata una specie di coincidenza.
Alla fine l’ho adottato anche come nome artistico perché prima avevo un progetto chiamato “Consequence”, e quel nome era un po’ troppo generico per me.
Avevo anche intenzione di cambiare stile, quindi ho pensato che sarebbe stato meglio cambiare anche il nome.
Ho ricevuto dei commenti negativi al riguardo, perché Moogulator suona un po’ come se stessi facendo una demo di un sintetizzatore elettronico, ma in realtà è il nome del mio progetto, e mi piace così.

SJ: Allora quali sono i marchi che ti piacciono o che utilizzi di più nei tuoi progetti?

Moogulator: Nel mio set per i live ho molti apparecchi Roland e Korg, perché è la configurazione migliore per le mie performance. Non ho scelto questi strumenti per il marchio, ma semplicemente perché sono funzionali a ciò che mi serve dal vivo.
Ho bisogno di sintetizzatori piccoli, e quando ho iniziato a suonare dal vivo non ce n’erano molti sul mercato, quindi ad esempio ho optato per un microKORG, per via delle sue dimensioni.
Non era il meglio che potessi immaginare, ma funziona ancora e lo uso molto per suonare in polifonia, visto che ci si può fare quasi tutto.
A proposito, non uso dei Moog sul palco, ne ho usato uno solo per un concerto, al ‘Machine Fest’.
Ne ho uno dietro di me in questo momento, ma non lo uso dal vivo.
 
SJ: Tu sei molto attivo su Internet per quanto riguarda la tecnologia applicata alla musica.
Gestisci o collabori con il forum sequencer.de, con gearnews.de, con SynMag Magazine e hai il tuo podcast su YouTube, Sequencer Talk.
Di tutte queste attività, qual è quella con cui ti senti più a tuo agio?
 

Moogulator: La forza trainante è ovviamente comporre e suonare musica. È ciò che amo davvero e che mi spinge a fare tutto il resto.
Il forum è stato semplice da creare, l’ho fatto da solo perché avevo già partecipato a dei forum in passato, ed è una cosa che dura una vita. Tutto il resto sono cose che volevo fare un giorno, e che ho fatto.
Il progetto più recente è “Sequencer Talk”, che ha quattro anni e che faccio più per divertimento che per guadagnarci. Di solito la cosa più recente ti piace più delle altre, un po’ come l’ultimo album che hai pubblicato è sempre il migliore che tu abbia mai fatto.
In generale, però, amo tutto ciò che faccio, ma a volte abbandono qualcosa quando mi annoia, o se richiede troppo lavoro, o se vedo che non è abbastanza interessante per il mio pubblico.

SJ: Il fatto che tu sia così impegnato è una delle ragioni per cui non pubblichi molto come musicista?

Moogulator: Hai ragione, non sono molto prolifico, ed è perché al giorno d’oggi è piuttosto difficile essere nel mondo della musica e cercare di vendere.
Quello che amo davvero, comunque, è suonare dal vivo, perché mi si vede come artista e io posso vedere come reagisce il pubblico. Per me questa è l’esperienza migliore, ed è per questo che invito sempre le persone a venirmi a vedere dal vivo.
Tra l’altro, nelle mie esibizioni dal vivo mi piace cambiare ogni volta l’arrangiamento delle canzoni.
Dopo il 2006 il mondo è cambiato molto, per quanto riguarda la produzione di dischi, ed è ciò che mi ha portato a operare in questo modo. Trovi qualcosa su YouTube, suono su LSB TV e così via, ma non faccio uscire nuovo materiale da studio.
Forse pubblicherò qualcosa in futuro, ma in un’epoca in cui domina lo streaming, non credo sia una buona idea pubblicare materiale da studio, anche se ammetto che è una bella sensazione fare un nuovo album e tenerlo tra le mani.
 

SJ: Soprattutto quando la produzione è così buona!
L’altro giorno stavo ascoltando Frozen and Locked, il brano di apertura di ‘The Digital Anathomist Project’ e sono rimasto davvero colpito dalla produzione.
Avevo le cuffie e il suono era così chiaro, ben definito e profondo allo stesso tempo, che ho pensato: “Ma questi sono i Krawtwerk”, anche se lo stile era più simile a Squarepusher, Aphex Twin, o diciamo Warp Records in generale.
Hai fatto tutto da solo o ti sei fatto aiutare da qualcuno per il mixaggio e il mastering?

Moogulator: Di solito faccio tutto io, comprese le copertine degli album.
L’eccezione è rappresentata proprio da ‘The Digital Anatomist Project’, dove la copertina è stata realizzata da ‘Aentitainment’.
Loro si sono occupati anche di parte della masterizzazione finale, come ad esempio assicurarsi che il volume percepito di ogni canzone fosse lo stesso, e cose del genere.
 

SJ: E non hai mai cercato di farti ingaggiare dalla Warp Records, vero?

Moogulator: In realtà ci avevo provato dopo aver completato il disco intitolato “Real or Not”, che era una specie di synthpop e britzel pop messi insieme, ma mi hanno detto che non erano interessati.
È stato molto tempo fa, circa 24 anni, e non ci ho più provato perché non sono bravo a chiedere le cose.
Per esempio, non ho mai chiesto a qualcuno di farmi suonare da qualche parte.

SJ: Tuttavia, più volte hai avuto la possibilità di suonare da qualche parte, anche in luoghi insoliti.
In uno dei primi episodi di “The Electronic Corner” ho intervistato Sergio Calzoni, che fa musica ambient e che ci ha raccontato quanto fosse stato emozionante per lui suonare in una chiesa.
Tu hai fatto lo stesso qualche anno fa, quando hai suonato alla Nazarethkirche di Monaco. Com’è andata?
 

Moogulator: In realtà, non è stata la prima volta che ho suonato in una chiesa.
Ovviamente c’è molto più riverbero, e anche la sensazione è diversa da quella di un club.
L’esibizione che hai appena citato era per l'”Ambient Waves Festival”, organizzato da un amico appassionato di Tangerine Dream e simili, ma aperto anche alla musica più recente.
Si è tenuto in una zona residenziale molto costosa, quindi l’atmosfera era davvero unica.
È stato interessante suonare con gruppi che fanno altri generi, e ho cercato di adattare la mia musica a quella stanza in modo che la stanza stessa diventasse parte di essa.
Non è un concetto facile da esprimere, bisognava essere lì per capire cosa intendo dire.

SJ: Ora ti trasformerò in un mago, almeno per qualche minuto.
Facciamo finta che lavori in una grande azienda di sintetizzatori e che tu abbia dei poteri speciali, che ti permettono di inventare qualcosa che non esiste ancora e che scuoterebbe il mercato e farebbe interessare molte persone. Cosa sarebbe?

Moogulator: Ci sono alcuni vecchi synth, groove box e sequencer con cui mi esibisco perché sono davvero fantastici per le jam.
I nuovi prodotti hanno un sacco di memoria e di funzioni, ma il feeling del jamming è andato perduto. Mi piacerebbe riportarlo in auge, ma allo stesso tempo avere uno strumento portatile con un buon suono, ovviamente.
Tutte queste caratteristiche sono disponibili sul mercato, ma non in un’unica tastiera. Per il tipo di musica che faccio ora, questo sarebbe il mio desiderio, se avessi dei poteri speciali.

 

(Ora ti invito a guardare il video seguente, a partire dal minuto 22:36. Preparati a una versione esclusiva e che non verrà mai più ripetuta dal vivo del brano K-Emotion).

Ringraziamo Mic Irmer, alias Moogulator, per gli spunti di riflessione che ci ha fornito.

Ricordati di dare un’occhiata alla pagina ufficiale di Moogulator.

  

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