THE ELECTRONIC CORNER

Grey Gallows

Viaggio dalle Tenebre alla Luce in Parole e Musica

Grey Gallows dicono:

I periodi bui ci aiutano a diventare più forti

Nick sa esattamente come riprodurre i suoni analogici degli anni ’80 e ’90 che cerchiamo

Non siamo un gruppo che crea sempre un solo tipo di musica

Il Korg Minilogue è il mio sintetizzatore preferito

Konstantin è il cantante/tastierista dei Grey Gallows, un duo dark wave di Patrasso, Grecia.
In questa intervista per “The Electronic Corner” ci parla non solo della loro musica ma anche dell’importanza delle difficoltà nella vita.

Sir Joe: Parlaci della formazione della band nel 2016, e di cosa ha ispirato te e Dionisis a iniziare a fare musica insieme.

Grey Gallows: Ho conosciuto Dionisis nel 2013, mi sembra, e siamo diventati amici perché avevamo molte cose in comune: non solo la musica, ma anche la stessa percezione della vita.
Frequentavamo vari locali, in particolare quelli che suonavano musica rock o goth. Mentre ascoltavamo la musica, discutevamo e fu durante una di queste discussioni che ci rendemmo conto di avere un sogno in comune: formare una nostra band.
Volevamo creare la nostra musica e scrivere canzoni che riflettessero le nostre esperienze e influenze.
Questo è stato uno dei miei primi sogni: avere una band mia, non stare in una band in cui suonavo le idee di qualcun altro.
Questo sogno comune ci ha uniti e abbiamo deciso di provare a realizzare la nostra band.
 
SJ: È fantastico. Parliamo ora dei vostri testi, che affrontano temi che vanno dalla lotta interiore alla guarigione da emozioni negative. Puoi dirci qualcosa sul vostro processo di composizione dei brani e su come affrontate questi temi nei testi?
 

Grey Gallows: In effetti, come hai appena detto, i nostri testi si addentrano nell’esperienza del dolore e nel processo di guarigione che ne consegue.
È come esplorare il lato oscuro della luna. Mentre attraversiamo il dolore, acquisiamo saggezza e maturità e, alla fine di questo viaggio, troviamo la luce.
È un viaggio di autocomprensione che comprende tempi bui e luminosi, simboleggiati dai colori bianco e nero.
Ecco perché abbiamo scelto il nome Grey Gallows per la nostra band.
La forca rappresenta un’immagine negativa, un momento di sospensione nell’incertezza. Il colore grigio è una miscela di bianco e nero, che simboleggia il mix di tempi bui e luminosi che tutti noi sperimentiamo nella vita, quelle esperienze che ci spingono ad andare avanti.
Per quanto riguarda il nostro processo compositivo, sia io che Dionisis partiamo da un’idea di base. In genere non scriviamo canzoni in studio o dal vivo. Piuttosto, uno di noi sviluppa un’idea di base e poi la condivide con l’altro.
Una volta che l’idea principale è stata sviluppata, scriviamo i testi. Poi io cerco di creare una melodia per la voce, che ho scoperto essere simile alla creazione di una melodia per uno strumento. La voce è essenzialmente un altro strumento.
Riassumendo: i nostri testi riflettono la lotta contro le emozioni negative, e il nostro nome incarna questo viaggio dall’oscurità alla luce.

SJ: Ciò che hai appena detto sull’oscurità e la luce nella nostra vita e sul fatto che entrambe siano necessarie per andare avanti mi fa pensare a una delle citazioni di uno dei miei autori preferiti. Si chiama Neale Donald Walsh, e dice sempre che l’unico modo per sapere cosa ci piace è quando siamo esposti a ciò che non ci piace.
La vita come felicità eterna è una condizione impossibile, perché si può scoprire ciò che si vuole solo se si vede anche ciò che non si vuole.
Mi chiedevo se sei d’accordo con questo tipo di filosofia, dato che sembra essere in linea con il modo in cui scrivete i testi.

Grey Gallows: È una citazione straordinaria, che condivido al 100%. Quando ti ho sentito pronunciare queste parole, ho pensato subito a una situazione che molti di noi devono affrontare nella vita.
Da giovane, spesso mi sembrava opprimente affrontare situazioni difficili o emozioni cupe. Credevo addirittura che non sarei mai stato in grado di gestire tali sfide.
Tuttavia, con l’avanzare dell’età e l’accumularsi di esperienze di vita, la nostra prospettiva spesso cambia e ci rendiamo conto che quei momenti difficili, per quanto dolorosi, sono preziosi. Fanno parte della nostra esperienza unica, e ci hanno plasmato in ciò che siamo oggi.
Questi periodi bui non solo ci aiutano a diventare più forti, ma ci equipaggiano anche per affrontare le potenziali sfide future.
Quindi, a ben vedere, questi momenti sono non solo preziosi, ma necessari, indispensabili per la nostra vita. Non potremmo continuare a vivere senza sperimentarli.

SJ: Tornando alla band, come si è evoluta la vostra musica dal primo mini album ‘Beyond Reflections’?

 

Grey Gallows: La nostra musica è in continua evoluzione e sviluppo.
Il primo mini album, ‘Beyond Reflections’, è stato registrato negli ultimi mesi del 2016. All’epoca avevamo alcune idee e un forte desiderio di dare vita a delle canzoni.
Come puoi immaginare, non è un lavoro professionale come avrebbe potuto essere, perché eravamo una band molto underground. Anche adesso siamo underground e non mainstream, ma all’epoca non avevamo nemmeno gli strumenti o un produttore di suoni, e tutta la produzione era stata fatta da Dionisis nel suo studio casalingo.
Gli strumenti erano principalmente VST suonati da Dionisis, come il Minimoog o il Jupiter VST, mentre io suonavo il Roland Fantom, un fantastico sintetizzatore digitale.
All’epoca non usavo i VST per gli arpeggi, ma battevo sulla tastiera per stare al tempo, il che era un processo faticoso. Dopo quell’esperienza, abbiamo iniziato a usare più VST.
Nel corso degli anni abbiamo investito in diversi VST e sintetizzatori analogici, con l’obiettivo di creare una miscela di hardware, in particolare di sintetizzatori analogici, e di sintetizzatori digitali software, che aggiungono diversi livelli alla nostra musica.

SJ: Iniziare con strumenti molto di base è stata un’esperienza formativa per voi, vero? Voglio dire, forse se aveste avuto fin dall’inizio tutti gli strumenti che avete ora, non sareste stati in grado di fare quello che fate adesso, perché alcune delle abilità fondamentali che avete dovuto imparare a quel tempo verrebbero a mancare. Sei d’accordo con questa analisi?

Grey Gallows: Assolutamente sì! Io e Dionisis apparteniamo a quella che si potrebbe definire “vecchia scuola”. Abbiamo entrambi più di 30 anni, io ne ho 44, e ho passato la maggior parte della mia vita a suonare su sintetizzatori hardware, non software.
Col tempo, ovviamente, ho acquisito gradualmente esperienza con il software. Il MIDI, in particolare, ha rappresentato un’evoluzione significativa, perché si può fare praticamente di tutto.
All’inizio ci eravamo identificati come una band dark wave e avevamo puntato a creare un suono influenzato dalla musica dark wave degli anni ’80 e ’90.
Non volevamo essere una band con un suono puramente elettronico, pertanto i nostri primi passi sono stati modellati dal desiderio di rimanere fedeli al genere dark wave, incorporando allo stesso tempo il nostro stile unico.
 

SJ: Per il vostro terzo album ‘Garden of Lies’ avete collaborato con il sound designer Nick “The Mute” Chaldoupis. Come è nata questa collaborazione e che impatto ha avuto sull’album?

Grey Gallows: Abbiamo avuto il piacere di collaborare con Nick Chaldoupis non solo in ‘Garden of Lies’, ma anche nel nostro ultimo album, ‘Strangers’.
Considero Nick come un terzo membro non ufficiale della band, perché capisce esattamente quello che vogliamo e lo realizza.
Lo abbiamo incontrato per la prima volta qualche anno fa, e siamo rimasti subito colpiti dal suo lavoro. Nick è un sound designer e produttore altamente professionale, nonché beta tester di videogiochi.
Ha un suo studio e collabora con Native Instruments e Dreadbox. La sua vasta esperienza nella creazione di suoni elettronici e con i sintetizzatori modulari lo rendono una risorsa inestimabile per noi.
Sa esattamente come riprodurre i suoni analogici degli anni ’80 e ’90 che vogliamo, il che è perfetto per noi, e ci fornisce un’ampia varietà di suoni utilizzabili.
Attualmente stiamo preparando un nuovo album e abbiamo intenzione di collaborare ancora con lui.

 

SJ: Ottimo. Ora, come riuscite a bilanciare l’uso di elementi elettronici con la chitarra nella vostra musica?

Grey Gallows: A questa domanda potrebbe rispondere meglio Dionisis, perché è lui il maestro della chitarra, ma cercherò di rispondere come posso.
Il nostro obiettivo è trovare un equilibrio tra elementi elettronici e ritmi e suoni dark wave tradizionali.
Una delle nostre caratteristiche distintive è l’uso della chitarra, presente in più della metà delle nostre canzoni. Ci consideriamo un gruppo “guitar-driven”. Dionisis utilizza una varietà di effetti per ottenere un suono unico con la sua chitarra.
La nostra musica abbraccia uno spettro che va dalla dark wave degli anni ’80 e ’90 alla musica elettronica più contemporanea, e lavoriamo per armonizzare questi elementi.
Non siamo un gruppo che si limita a creare sempre un solo tipo di musica, perché troviamo che questo approccio sia piuttosto monotono e crediamo che i nostri ascoltatori la pensino allo stesso modo.
Abbiamo invece uno spettro o una tavolozza di stili musicali che esploriamo. Ascoltando il nostro ultimo album, noterai che include canzoni elettroniche e brani goth o dark wave più tradizionali.
Incorporiamo elementi della musica goth, creando un’esperienza di ascolto varia e coinvolgente.

SJ: A tal proposito: Hai idea di quando uscirà un nuovo album?

Grey Gallows: Stiamo per pubblicare un nuovo mini album, interamente elettronico, che conterrà tre canzoni.
Non posso rivelare molto di più al momento, ma posso dirti che in esso abbiamo sperimentato diversi elementi, tra cui una lingua diversa dall’inglese.
È stato un processo emozionante e stimolante per noi, e siamo ansiosi di condividere i risultati. L’uscita non è troppo lontana.

SJ: Grazie mille per questa anticipazione! Ora dimmi, che tipo di synth usi per i brani della band?

Grey Gallows:Nel mio studio casalingo ho 10 sintetizzatori. C’è un Korg Minilogue, che è il mio preferito ed è il synth che suono dal vivo. Accanto ad esso ho un Korg Wavestate, che è un potente campionatore digitale.
Nel rack sopra c’è un Modal Argon. Poi ho un Korg Monologue, un sintetizzatore analogico monofonico molto forte e potente, ottimo per i suoni di basso e gli assoli. Lo suono con un sintetizzatore a pedale BOSS, è un po’ folle come idea, ma funziona.
Poi ho un Arturia KeyStep Pro, che uso in combinazione con gli altri sintetizzatori. È difficile da fare, ma ci sto lavorando e sono sicuro che dal vivo sarà fantastico.
Poi ci sono i miei primi due synth: il Roland S8 201, che è ottimo per i suoni EBM più duri, e il Roland Fantom, che è una grande workstation. Infine, il mio Yamaha QS300, un vecchio sintetizzatore basato su campioni che veniva chiamato “the Prodigy’s baby”, o “The rave’s Baby”, perché lo suonavano i Prodigy.
Non avevano un sequencer o un arpeggiatore, e si dice che mettessero un cucchiaio sulla tastiera per tenere le note.

SJ: Infine, parliamo di effetti. Come li utilizzate nella vostra musica? Ci sono effetti particolari che sono fondamentali per il vostro sound?

Grey Gallows: Nel mio setup uso un BOSS RV6, che è uno dei miei effetti hardware preferiti.
Quando suono con il Korg Monologue, che produce un suono monofonico, uso il pedale sintetizzatore della BOSS per aggiungere profondità al suono originale.
Durante le sessioni di registrazione, utilizzo VST ed effetti software. Uno dei miei effetti preferiti si chiama Replica; è un effetto software che può far suonare una singola linea di basso come fossero dieci.
Per quanto riguarda Dionisis, utilizza principalmente dei suoi effetti per chitarra o basso, soprattutto BOSS, insieme a pedali software.

(Ora ti invito a guardare il seguente video, a partire da 25:16, in cui ci viene offerta una performance dal vivo della canzone “Dying Light”, inclusa nell’album “Strangers”).

Ringraziamo Konstantin dei Grey Gallows per questa approfondita conversazione sulla loro musica e su alcuni aspetti della vita.

Non scordarti di visitare la pagina Bandcamp dei Grey Gallows.

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